IL SOGNO DELL'INDIPENDENZA
Negli anni ’70, quando in Paraguay era al potere il dittatore Stroessner e i diritti civili venivano costantemente violati, parole come “utopia”, “indipendenza”, “progetti per i campesinos” erano bandite. Nei lunghi anni della durissima dittatura, solo un gruppo di utopisti poteva sognare il cambiamento. Erano 39 i soci fondatori che unirono i loro pochi risparmi e nel 1975 diedero vita a Manduvirà, una cooperativa di risparmio e credito. Con il ritorno della democrazia, nel 1990, i soci decisero di trasformare la cooperativa Manduvirà in cooperativa agro-industriale per dedicarsi alla produzione dello zucchero di canna, coinvolgendo anche altri piccoli produttori della zona. Si trattava di poche persone ma i sogni e gli obiettivi di quei campesinos sfruttati erano ambiziosi. In un Paese come il Paraguay in cui essere contadini equivale a fornire mera manodopera ai grandi proprietari terrieri, sottostare all’avanzata delle multinazionali e dei loro brevetti, i soci della cooperativa Manduvirà coltivavano un’utopia: l’indipendenza.LA RIVOLUZIONE DOLCE
“Appartenere a una cooperativa permette ai contadini di avere un sogno, di lavorare per un obiettivo” dice Andrés González Aguilera, direttore di Manduvirà. Oggi, dopo anni di sacrifici, la cooperativa Manduvirà ha raggiunto un grande traguardo, ha costruito il proprio impianto di trasformazione, lo zuccherificio. Per la prima volta nella storia del Paraguay i coltivatori di zucchero sono anche proprietari dell’azienda che lo trasforma. È un intento che ha incontrato molti ostacoli sul suo cammino, i soci hanno ipotecato le proprie terre, si sono messi in gioco, hanno deciso di avere il controllo del proprio lavoro. È una "rivoluzione dolce", una storia di successo di riscatto, di liberazione, di persone che, passo dopo passo, camminando insieme, hanno lottato per conquistarsi il diritto di vedere riconosciuto in modo equo il frutto del loro lavoro. Altromercato ha fortemente sostenuto questo progetto, grazie alla campagna di raccolta fondi Sosteniamo Manduvirà ha contribuito a trovare i finanziamenti, inviando nel 2011 oltre € 22.000 in Paraguay grazie al sostegno di molte Botteghe del Mondo, aziende e consumatori. Quella che sembrava una folle utopia, è diventata realtà nel 2014, con l’inaugurazione dello zuccherificio. Oltre all’importantissimo traguardo dell’indipendenza, l’impianto ha permesso una forte riduzione degli alti costi di trasporto e produzione. Ora lo zucchero Picaflor è più competitivo e dà migliori condizioni di vita a una comunità di 25.000 persone.
LA LUNGA STRADA DELLO ZUCCHERO BIOLOGICO
Prima di arrivare allo zuccherificio, i campesinos curano tutto l’anno i campi di canna da zucchero, tagliando le foglie con il machete e pulendo il campo; infine la tagliano, la pelano e la trasportano con il loro carro di buoi su strade di terra rossa a un Centro de Acopio (centro di raccolta) dove un guinche (una specie di gru) di legno o di metallo carica i fasci sul camion. Manduvirà dispone di 40 centri di raccolta di cui circa un terzo forniti di guinche metallici. I guinche metallici ed elettrici sono più sicuri e migliori rispetto a quelli tradizionali di legno e alcuni guinche metallici sono stati finanziati da progetti di cooperazione promossi da Altromercato. Le mansioni di taglio e raccolta della canna, normalmente affidate a lavoratori stagionali, sono particolarmente dure e faticose. Tutta la filiera è controllata dai soci della cooperativa, dalla produzione di semi, alla semina e coltivazione, al taglio e trasporto, fino alla commercializzazione ed esportazione.ZUCCHERO 100% BIOLOGICO, NON RAFFINATO, RICCO DI FERRO E SALI MINERALI
Manduvirà è la prima cooperativa che produce ed esporta zucchero biologico in Paraguay, come riporta con orgoglio il sito di Manduvirà. La scelta dell’agricoltura biologica si inserisce in modo naturale in una cultura che non ha mai utilizzato prodotti chimici perché ritenuti troppo costosi e per rispetto verso l’ambiente. Dal 2004 lo zucchero Picaflor è certificato biologico; come spiega il direttore Andrés González Aguilera “non è stata necessaria una fase di transizione al biologico; abbiamo solo dovuto imparare a compilare i registri perché la nostra produzione era già totalmente naturale”. Se per concimare i campi si utilizza lo sterco di bue e i residui della canna, anche nello zuccherificio - dove la canna viene tagliata, sfibrata e spremuta - il processo segue i disciplinari dell’agricoltura biologica. La lavorazione avviene per evaporazione dell'acqua e successiva cristallizzazione senza l’ausilio di sostanze chimiche sbiancanti, come avviene normalmente con lo zucchero raffinato, decolorato con anidride solforosa.
Lo zucchero biologico Picaflor è ingrediente fondamentale di molti prodotti Altromercato come i golosi bribon e molti prodotti della linea cosmetica Natyr.